Dicono di me

I primi timidi approcci alla ceramica che avevo visto qualche anno fa, hanno ceduto il passo ad una produzione più matura che deve essere debitamente presa in considerazione perché interessante,  ricca di creatività e fantasia.

Maria è un’autodidatta ed esprime in tutta libertà e naturalezza, senza particolari vincoli estetici, un suo desiderio di partecipare alla Creazione e celebrarla con le sue particolarissime ceramiche e, più recentemente, con la pittura.
Analizzando le sue terrecotte, rileviamo come una sorta di un fare primordiale, come di un qualche cosa che sta prendendo forma. Una sorta di un “già e non ancora”, come di una vita palpitante, ma che ancora imprigionata dalla materia, dolorosamente e con fatica, cerca di avere una sua autonomia, significato e libero canto.
Le sue opere, alcune delle quali arricchite da rivestimenti cromatici, mantengono lo spontaneo segno del “plasmare” e della manipolazione spontanea e sincera. Alcune ci riportano a forme della natura che troviamo nelle profondità del mare o dei contorti ulivi mediterranei. Altre ci ricollegano alle forme instabili di una lava vulcanica in attesa di una sperata e desiderata pacificazione. Anche le rappresentazioni della figura umana hanno tale impronta e sono segnate dal dolore e dalla fatica del vivere, anche se non manca, come nella testa di vecchia, una timida serenità.
Ultimamente è rimasta attratta dalle forme, apparentemente goffe, dei pinguini che ha ritratto in molteplici e simpaticissimi esemplari in terracotta e in dipinti in cui troviamo una gamma cromatica ed esecuzione narrativa di grande fascino.

Luciano Bissoli
Paderno Dugnano, 25 maggio 2012